Comunicati stampa

Presentata la Relazione 2014 della Garante per l’infanzia e l’adolescenza

848 consulenze e colloqui nel 2014. Ladstätter chiede un aumento del personale per meglio seguire i casi che riguardano i giovani.

Presentazione della relazione della Garante per l'infanzia.

La Garante per l'infanzia Paula Maria Ladstätter ha presentato questa mattina in Consiglio provinciale la Relazione sull’attività 2014 (allegata in formato pdf e disponibile all'indirizzo www.garanteinfanzia-adolescenza-bz.org/it/media/relazioni-sull-attivita-svolta.asp). In  carica dal 21 maggio 2014, Ladstätter ha esordito sottolineando che i bambini hanno bisogno di aiuto soprattutto in casi di violenza, mobbing o divorzio: l’Ufficio della garante é qui per questo, ma non può realizzare in pieno il suo compito per mancanza di personale sufficiente. Secondo Ladstätter, c’é bisogno ancora di una pedagoga e una psicologa.

L’Ufficio della Garante offre consulenza e mediazione, informazione e prevenzione, rappresentanza degli interessi e collegamento dei servizi, e in questi ambiti è particolarmente importante, ha sottolineato Ladstätter, che la Garante agisca in totale indipendenza e autonomia.

Ladstätter ha poi chiarito che molto del suo lavoro consiste in contatti personali, e che in particolare si cerca di recarsi nel luogo di residenza dei bambini che chiedono aiuto. Nel 2014 i colloqui faccia a faccia sono stati 311. A questo si aggiungono le consulenze telefoniche, pari a 743 nel 2014, e colloqui personali, pari a 105. In totale, le consulenze telefoniche e i colloqui sono stati 848: sono stati poi aperti 311 nuovi atti ed elaborati 221 fascicoli già esistenti, per un totale di 532 fascicoli.

Per lo più, si rivolgono alla Garante madri e padri: le prime nel 34% dei casi, i secondi nel 14%. 11% delle chiamate vengono da minori. Le richieste riguardano sia i rapporti famigliari, i diritti dei bambini ma anche dei nonni, gli orari di rientro la sera, la mancia settimanale, ma anche casi di violenza, abuso e mobbing. Questi casi sono il 2,5%. L’8% dei casi riguardano i conflitti famigliari, il 16% la tutela dei giovani (per esempio, riguardo al consumo di tabacco o alcool), il 17% separazioni o difficoltà scolastiche, il 24% problematiche multiple. Proprio per la complessità di questi casi, ha ribadito Ladstätter, c’é bisogno di uno psicologo e di un pedagogo nel team della Garante.

Il primo contatto con l'Ufficio della Garante per l'infanzia e l'adolescenza è avvenuto  nella maggior parte dei casi tele fonicamente (57%), quindi via mail (22%), con colloqui personali (13%), attraverso il sito web (5%) o i social networks (2%), in forma di lettera (1%).

Oltre a questa attività di consulenza e sostegno, la Garante, sostenuta dal team composto da Sarah Siller e Patrizia Viale, si è dedicata alla visita di scuole e istituzioni, a conferenze e presentazioni (37 in totale) suoi settori di intervento, a creare reti di contatto. Sarebbe necessario però offrire anche udienze in periferia e agire come ombudsman per i bambini ospitati in case di accoglienza. Al fine di far conoscere a bambini e giovani loro diritti, la Garante ha promosso, nell’ambito di un concorso, la realizzazione di uno spot sui diritti dell’infanzia. In questo caso ha collaborato con l’Ufficio del Garante austriaco, essendo anche componente della conferenza permanente dei Garanti austriaci, ma in altri casi si confronta con i Garanti italiani riuniti in conferenza e con il Garante nazionale Spadafora.

Ladstätter ha quindi sostenuto che l’attuale indennità non é adeguata al valore e all’importanza della funzione del Garante per l’infanzia, così come è necessario garantire al titolare il pagamento dell’assicurazione pensionistica indipendentemente dalla professione precedente. Ha sottolineando infine che i bambini non sono piccoli adulti: essi hanno propri diritti, propri bisogni e necessitano di una tutela specifica.

Nella successiva discussione Sigmar Stocker (Die Freiheitlichen) ha sottolineato l’assenza della Giunta,  a parte l’ass. Mussner, e chiesto informazioni sull’uso dei media digitali da parte della garante, sottolineando di avere l’impressione che facebook possa essere meglio utilizzato. La Garante ha spiegato che i giovani usano più le mail che facebook, che é utilizzato più dagli adulti. I ragazzi utilizzano di più WhatsApp, e la Garante intende aprire anche questo canale, come accade già in Austria. In quanto a un migliore utilizzo dei social media, Ladstätter ha chiarito che preferisce dedicarsi agli incontri di persona, che richiedono però molto tempo.  Ha poi segnalato alcuni casi affrontati che riguardano i pericoli che nascono dai social media. Su richiesta di Pius Leitner  (Die Freihietlichen), che ha considerato adeguate le richieste di un pedagogo e di uno psicologo, e che ha domandato come si affrontano i casi in cui i figli vengono trattati come pedine nel conflitto tra genitori, Ladstätter ha risposto che non si fa strumentalizzare e che si concentra sul bene del minore. Riccardo Dello Sbarba (Gruppo Verde) ha consigliato a Ladstätter di formalizzare le sue richieste al Consiglio e chiesto qual é la sua strategia per avvicinare di più i giovani. Ha quindi rilevato gli scarsi contatti con il mondo dei giovani di lingua italiana. Walter Blaas (Die Freiheitlichen) ha chiesto se il mobbing scolastico é un fenomeno solo urbano, come si spiegano le grandi differenze nel numero di casi nei comprensori, e se c’é una collaborazione con la Difesa civica. Ulli Mair (Die Freiheitlichen) ha apprezzato la richiesta di una psicologa e una pedagoga, ricordando di aver rilevato questa mancanza già al momento dell’approvazione della legge. Ha poi fatto riferimento ai minori con background migratorio, chiedendo se anche essi si rivolgono alla Garante. L’ass. Florian Mussner ha ringraziato per un caso affrontato insieme e auspicato che la collaborazione continui; Bernhard Zimmerhofer (Süd-Tiroler Freiheit) ha chiesto informazioni sul trend dei casi nei primi 6 anni di lavoro e sulla collaborazione con il Tirolo; Andreas Pöder (BürgerUnion-Südtirol-Ladinien) ha segnalato il pericolo del mobbing tramite i nuovi media, chiedendo più informazione da parte delle scuole e condividendo la richiesta di Ladstätter di maggiore personale e sostegno economico.

 

Ladstätter ha ammesso che la lingua italiana non é così presente come quella tedesca nel suo ufficio, ma da un anno lei stessa tiene un’apposita rubrica in un giornale in lingua italiana, il che ha permesso di aumentare i contatti. Inizialmente ci si è occupati tantissimo di casi singoli, e restava poco tempo per la sensibilizzazione, ma già Nicolussi-Leck ha cominciato ad andare nelle scuole. La presenza di ulteriore personale é importante anche per questo. Il fenomeno del mobbing scolastico si nota ovunque, e c’era anche passato, ma spesso non è visibile; le scuole devono prendere posizione in merito e informare. In quanto al fatto che la maggior parte dei reclami provengono dalla Pusteria, questo probabilmente é legato al fatto che la precedente Garante veniva da lì: lei viene dalla val d’Isarco e nota che i casi da questa zona stanno aumentando. Ladstätter ha poi chiarito che per verificare i trend bisogna avere il tempo di fare statistiche, che attualmente manca, e che anche le famiglie di immigrati cominciano a rivolgersi alla Garante. Con l’istituto del Tirolo c’é un intenso scambio, invece c’é poca sovrapposizione con la Difesa civica, in quanto ci si occupa di casi diversi. C’é stata invece collaborazione con il Comitato comunicazioni. 

MC

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