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La Garante per l'infanzia e l'adolescenza: "Parlare di depressione e suicidio è necessario“.

Il 10 settembre è la Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. La Garante per l’infanzia e l’adolescenza chiede di porre la massima attenzione a questa tematica.

Il ventaglio di difficoltà che l’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza si trova ad affrontare ogni giorno è ampio, e depressione e pensieri suicidi dei giovani ne fanno parte: in quest'ambito è necessario agire in fretta e con mano esperta. I giovani chiamano perché non riescono più a far fronte alle pressioni della scuola, non sopportano più i continui litigi a casa, vengono mobbizzati, non riescono più a reggere le difficoltà della vita. “È tempo di parlare” afferma Paula Maria Ladstätter in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio. La Garante è riconoscente alla Rete per la prevenzione del suicidio in Alto Adige e alla Psichiatria dell’età evolutiva e psicoterapia, e si appella alla cittadinanza chiedendo di non volgere lo sguardo altrove: "Nella maggior parte dei casi le persone che pensano al suicidio mandano segnali chiari e precisi".

Riguardo al tema del suicidio esistono svariati pregiudizi, afferma Paula Maria Ladstätter. Tra questi vi è l’opinione errata che le persone che parlano di suicidio lo fanno per richiedere attenzione: chi ci pensa veramente, questa è la convinzione, non ne parla. “Esistono, è vero, persone che affermano spesso che i loro famigliari starebbero meglio senza di loro” sostiene la Garante per l’infanzia e l’adolescenza. In molti casi, però, queste esternazioni segnalano che davvero la persona ha pensieri suicidi. “Queste persone hanno sicuramente dei problemi, cui va data la degna attenzione”, rileva Paula Maria Ladstätter.

Inoltre è errato pensare che parlare di suicidio possa spingere una persona a togliersi la vita. È vero il contrario: parlare di pensieri suicidi in maniera aperta è uno dei metodi più efficaci per impedire il suicidio, come dice la Garante per l’infanzia e l’adolescenza: “Per tutti i soggetti coinvolti, ciò può portare a un alleggerimento”. Prima di arrivare al suicidio, le persone inviano sempre segnali precisi; il suicidio può essere prevenuto. Anche persone affette da una grave depressione - giovani e adulti- oscillano spesso tra il desiderio di voler vivere e quello di voler morire. La maggior parte di loro, spiega, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza, non desidera morire, ma solamente porre fine alle proprie sofferenze. L’impulso di porre la parola fine a tutto ciò è transitorio. La Garante ha parlato con alcuni giovani che hanno tentato il suicidio, che oggi sono felici di poter continuare a vivere.

Il pericolo nasce quando i giovani si chiudono in se stessi, non parlano più, si isolano dalle amicizie e  attuano episodi di autolesionismo, come sottolinea la Garante, che ascolta gli appelli di chi chiede aiuto perché non sopporta più di vivere a casa, perché costretto a vivere i continui litigi dei genitori, di entità tale che preferirebbe vivere in una struttura protetta, perché la scuola lo fa ammalare, non tollera più il mobbing e gli scontri con i compagni. In tali casi, l’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza è chiamato ad agire in maniera tempestiva. L’Ufficio collabora con i distretti sociali, la Procura presso il Tribunale per i minorenni, il Tribunale per i minorenni e i consultori familiari, è in contatto con servizi psicologici e psichiatrici. Una buona rete di collaborazione tra enti pubblici e privati è di fondamentale importanza in tali casi.

Paula Maria Ladstätter si appella anche alla cittadinanza: chiede di non chiudere gli occhi di fronte alle richieste di aiuto dei giovani e di non credere che le persone che pensano al suicidio non desiderino aiuto. Da soli non sono più in grado di cercare di uscire dalla crisi, afferma la Garante. Per tale motivo nel momento di crisi acuta pensano che l’unica soluzione sia il suicidio. Quello che manca loro è la forza di mettersi in contatto diretto con le persone che possono sostenerli. “Non volgiamo lo sguardo altrove. Parliamo con i giovani. Dobbiamo porre domande e non temere di affrontare tematiche difficili.” Meglio informarsi che non reagire affatto. La Garante non condivide il pregiudizio secondo il quale desiderare di togliersi la vita è segno di follia: i pensieri suicidi sono una reazione umana a un dolore dell’anima grande o di lunga durata e conseguenza di una forte sofferenza.

L’Ufficio della Garante per l’infanzia e l’adolescenza è a disposizione dei giovani che si trovano in situazioni di difficoltà. E’ raggiungibile allo 0471.946050 oppure via mail su info@garanteinfanzia-adolescenza-bz.org.

 

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